Aimaro Malingri, una dinastia di avventurieri

14/08/2021 - di Paolo Tagliaferri

Per noi abitanti dell’entroterra del nostro bellissimo paese, lontani dal Tirreno e dall’Adriatico, mari che accarezzano coste ricche di storia e vivacità, la vita degli uomini di mare non ci ha mai molto coinvolto o interessato. Le aree interne della Toscana e di tutta la verde e rigogliosa Umbria, sono state per secoli la culla dell'arte, della civiltà e della tradizione religiosa. Le avventure e le leggende marinare appartengono necessariamente ad altri luoghi. Poi un giorno scopri che un errante, esperto e pittoresco skipper abita proprio accanto a noi, in quel gioiello di Gubbio, città che ha mantenuto nel tempo la sua immutabile ed inimitabile unicità. Un luogo di antiche tradizioni, di persone vivaci e fiere che scatenano la propria gioia e passione nell’annuale corsa dei ceri in onore di Sant’Ubaldo. Una città bellissima e ben curata. Poco fuori dall’abitato eugubino ha trovato casa, ormai da qualche decennio, l'erede di una famiglia di velisti, una delle più prestigiose tradizioni marittime italiane che per anni hanno sfidato, con le proprie barche a vela, i mari di tutto il globo. Aimaro Malingri, cinquantaseienne vivace e verace, si divide da sempre fra le sue due irrinunciabili passioni, il mare e il cielo. Figlio di Doi Malingri, il primo a compiere una traversata italiana nei tempi moderni su una barca a vela da diporto. Un sognatore e avventuriero che affronta a fine anni ’60 la regata da Cape Town a Rio e una serie di partecipazioni alle regate oceaniche nell’epoca dei grandi come Chichester, Tabarly. Nel 1973 partecipa al giro del mondo nella prima edizione della Whitbread Round the World Race conclusa in 155 giorni e 7 ore, classificandosi ottavo assoluto. Aimaro 7 anni, insieme alla sorella e con il supporto dello sponsor, raggiunge il padre presso le varie tappe della interminabile regata, a Portsmouth, a Cape Town, a Sydney e a Rio de Janeiro. A nove anni, è imbarcato su una goletta di 18 metri con tutta la famiglia nella traversata che da Lavagna lo porterà nei Caraibi e da qui risalendo a nord fino a Newport nella costa settentrionale degli Stati Uniti. Nei pressi di Cuba, in pieno periodo di guerra fredda, l’imbarcazione dei Malingri viene intercettata dalle motovedette della milizia cubana che non permetteranno all’equipaggio, anche dopo vari giorni di tentativi con l’ambasciata, di attraccare alle coste dell’isola caraibica. Nel ritorno verso casa, nella tratta oceanica verso Porthmount in Inghilterra, l'imbarcazione di Doi e della famiglia è investita da un uragano. La nave affronta impavida la tempesta mentre la madre di Aimaro e della sorella Micaela di 12 anni, Carla Notarbartolo di Sciara, cerca di tranquillizzarsi i figli leggendogli il libro “Cuore” di De Amicis. Carla, figlia di Marco Notorbartolo di Sciara, pluridecorato capitano di vascello della Marina Militare italiana, fondatore nel 1967 insieme a Vittorio di Sambuy, del Centro Velico di Caprera, una delle più antiche scuole di vela italiane e tra le più prestigiose al Mondo. Una vita in barca quella di Aimaro che, nel finire degli anni 70’, intraprende con il padre una nuova sfida, quella dei “gommoni volanti". È la volta del cielo, dell’invenzione di unire piccoli gommoni a deltaplani. Una idea geniale quella di installare su di un piccolo gommone di 3,5 metri un deltaplano a motore. Un'idea che inizialmente sembrava essere irrealizzabile ma che con il tempo ha invece portato alla realizzazione di un mezzo sicuro, facile e divertente. Aimaro si è dedicato per anni, anche dopo la morte prematura del padre Doi nel 2004 in Corea per un malore, alla Polaris Motor, ditta produttrice che ha realizzato anche una versione anfibia dei gommoni volanti. In giro per il mondo per anni ad insegnare a volare e ad ammarare con questi strani e suggestivi veicoli. Aimaro continua a dedicarsi con passione alla vela, partecipando a regata ma dedicandosi anche all’attività di skipper nonché di istruttore conosciuto ed esperto di deltaplani. Questa estate è in giro in barca a far divertire gruppi di giovani e famiglie lungo le coste della Sardegna, ma anche a Capri e nelle isole Eolie. Navigare a vela con Aimaro è uno spasso, mentre la barca si piega su di un fianco oltre a quanto in cuor tuo desidereresti, sospinta da venti trasversali e da raffiche improvvise. La randa e il fiocco dispiegati al vento, mentre tutto intorno il mare scuro e profondo si increspa e ti senti improvvisamente catturato dagli elementi di una natura prepotente e vitale a te sconosciuta ma che ti emoziona e al tempo stesso ti incute paura e rispetto. Il volto di Aimaro che fissa l’orizzonte, che tiene d’occhio le vele, che fissa il mare cercando di prevedere l’arrivo di una ulteriore raffica. La barca si muove agile, sobbalzando sulle onde, mentre raggiunge nuovi angoli di paradiso da visitare. Piccole calette, spiagge incontaminate e mare incantevole e trasparente che Aimaro conosce bene e in cui condure i propri fiduciosi e ansiosi clienti. Nella stagione invernale Aimaro si divide fra le attività di istruttore di deltaplano a talvolta anche attività di cantiere dove, lo scorso inverno, ha partecipato a Fano alla costruzione di nuove barche a vela dalla fattura completamente artigianale.

Per volesse leggere delle gesta di Doi Malingri, segnalo: - “La regata intorno al mondo” Doi Malingri (Rizzoli) - “Sopra e sotto coperta” Doi Malingri (Rizzoli) - “Il Log del Nina Boba da Gibilterra a Savannah sulla rotta degli alisei” Doi Malingri

Ultimi commenti

11.11 | 09:51

Sono trent'anni che mi occupo di sicurezza sul lavoro e credimi ne ho viste di tutti i colori! Un salutone super divulgatore !!!! Ciao Paolo

11.11 | 09:45

Ciao Paolo non sapevo che avessi oltre alla passione per la scrittura anche questo sito/blog. Tanti tanti complimenti hai una bella scrittura ed affronti un tema non facile. Ciao Marco

06.03 | 05:36

Ciao Paolo buongiorno! Si vede che sei la bella persona che conosco, aperta e attenta ai bisogni altrui. Mi riconosco in questo scritto ma c'è molto di più!

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